Il 10 e il 11 marzo scorso, nella mia Parrocchia S. Giuda Taddeo Apostolo, a Roma, è stata realizzata un’animazione missionaria con l’obiettivo di far conoscere il nostro Istituto.
Il tutto è stato reso possibile grazie alla disponibilità e all’accoglienza del Parroco, Mons. Marco Ceccarelli, con il quale collaboro come catechista per la preparazione dei bambini alla prima comunione e dando un mano anche per il coro parrocchiale.
Mi ha molto incoraggiato a presentare l’Istituto all’intera comunità parrocchiale, pur essendo già presenti in parrocchia tante iniziative di questo genere ed un altro gruppo che da diversi anni fa stabilmente animazione missionaria in parrocchia sostenendo vari progetti in Africa.
Abbiamo così allestito una mostra- vendita, con oggetti provenienti da diversi continenti, arricchita da tre roll-up che tratteggiano la vocazione e la missione delle COMI nel mondo, e da alcuni libri del Fondatore storico, p. Gaetano Liuzzo OMI. Per l’occasione, ed in vista di altri eventi simili, abbiamo anche preparato un libretto di presentazione e un dépliant dell’Istituto.
Alcune Comi sono arrivate da lontano per contribuire a questa animazione (Daniela da Padova, M. Teresa da Messina) collaborando con Elisabetta, Pina, Liliane, di Roma, con Rolando e Rita, Ausiliari di Villalba, e con Cristina, una nostra amica venuta dalla Spagna.
Vorrei comunicarvi soltanto due piccoli e semplici pensieri.
Il primo è l’esperienza forte di fraternità che ci ha permesso di realizzare insieme un evento bello. Bello perché è bello che le Comi stiano insieme, condividendo la fatica dell’organizzazione della mostra; è bello che le Comi e gli Ausiliari insieme con semplicità collaborino per far crescere il Regno di Dio. Bello perché abbiamo incontrato tanta gente, abbiamo fatto felici grandi e piccini con le conchiglie preparate da Daniela e regalate a chi ci faceva l’offerta (e anche chi non l’ha fatta…) Bello perché tanti anziani soli venendo a Messa hanno anche potuto fare una chiacchera con qualcuno. Bello perché abbiamo trasmesso, in un mondo pieno di cattive notizie, una “boccata d’aria fresca”, così hanno letteralmente detto alcune signore che si sono fermate a parlare con noi.
Il secondo è quello di “uscire allo scoperto”.
Non tutti sapevano della mia consacrazione perché sono sempre stata attenta al riserbo. E mi sono ritrovata a fare annunci a ben cinque Messe per presentare l’Istituto e parlare dei nostri progetti. Sappiamo che per la nostra vocazione secolare l’’immagine evangelica del fermento, del lievito nascosto indica lo stile dell’azione apostolica. Non si tratta di un occultamento, ma di condivisione e solidarietà con chi vive la propria vita ordinaria. Per i laici consacrati, un qualche riserbo circa la loro vocazione non è una strategia per facilitare l’accesso nei vari ambiti di vita, ma esprime una dimensione spirituale: vivere la piccolezza del Regno, che chiede di saper fare il bene senza rumore o protagonismi, essere dentro la realtà nascosti senza segni distintivi, per condividere la vita quotidiana di tutti, testimoniando la carità di Cristo, non sottraendosi alle responsabilità del vivere.
Ma l’insistenza del mio Parroco sul fatto che se vogliamo avere aiuti economici e vocazioni dobbiamo anche farci conoscere mi ha fatto riflettere molto: noi abbiamo anche una vocazione missionaria che ci porta inevitabilmente a dover “uscire allo scoperto”.
Oltretutto l’ambito dell’evangelizzazione spetta sicuramente ai membri laici degli Istituti secolari. Il nostro Istituto come tanti altri Istituti secolari sorti nell’ultimo secolo per l’esemplarità di figure che sentivano l’urgenza di nuovi modi dell’evangelizzazione per rispondere responsabilmente e coraggiosamente alle esigenze dei tempi mutati, possono e devono dare, attraverso i loro membri, alle proprie chiese locali un contributo importante, prima ancora che sul piano delle realizzazioni e degli impegni, sul piano della sensibilità ecclesiale. Il compito del secolare consacrato non si può ridurre solo a radicare nel mondo la Chiesa, ma deve anche favorire il movimento contrario: portare il mondo alla Chiesa.
Allora forse vale la pena uscire insieme… allo scoperto.
Rosalba