Castità, Povertà, Obbedienza
I membri degli Istituti Secolari sono chiamati a vivere il radicalismo del Vangelo alla sequela di Cristo vergine, povero e obbediente, per essere nel mondo fermento e testimonianza dell’amore che Dio ha per esso. La loro “castità dice al mondo che si può amare con il disinteresse e l’inesauribilità che attinge al cuore di Dio”(Paolo VI) e ci si può dedicare gioiosamente a tutti con cuore libero. Questa libertà trova la sua sorgente e la sua forza in uno stato permanente di preghiera, di unione intima con Dio, di centralità di Cristo da cui tutto deriva e a cui tutto ritorna nella concretezza degli incontri e dei rapporti con gli altri.
La loro “povertà dice al mondo che si può vivere tra i beni temporali e si può usare dei mezzi della civiltà del progresso senza farsi schiavi di nessuno di essi” (Paolo VI). Il laico consacrato usa dei beni che è chiamato ad amministrare, con distacco interiore, valorizzandoli quali doni di Dio in modo che diventino segni di carità e di giustizia tra i fratelli. La povertà del laico consacrato è condivisione di tutto ciò che “è” e che “ha” con ogni povertà degli uomini del suo tempo. Questo lo impegna anche ad una costante lettura dei segni dei tempi avendo come criterio il discernimento della fede.
La loro “obbedienza dice al mondo che si può essere felici restando pienamente disponibili alla volontà di Dio, come appare dalla vita quotidiana, dai segni dei tempi e dalle esigenze di salvezza del mondo d’oggi”(Paolo VI). Il laico consacrato si verifica costantemente nei confronti del Regno di Dio, per fare solamente ciò che risponde al disegno di Dio su di lui. Si abitua perciò all’ascolto della voce dello Spirito che risuona nella Parola, nelle indicazioni del Magistero, nel cammino della Chiesa locale nella quale vive e alla cui missione collabora, nella verifica con il proprio gruppo e i responsabili dell’Istituto di appartenenza, nel dovere quotidiano, nella storia degli uomini. Le costituzioni di ciascun Istituto stabiliscono i vincoli sacri con cui vengono assunti nell’istituto i consigli evangelici, definiscono gli obblighi che essi comportano, salva sempre, però, nello stile di vita, la secolarità propria dell’istituto (CDC, 712).