Questo anno è lui il punto di incontro tra il mio essere maestra in una scuola elementare, l’essere studente al biennio specialistico presso l’ISSR (Istituto di Scienze Religiose) di Portogruaro (VE) e ovviamente il mio essere COMI.
Per andare a lezione all’ISSR, devo prendere il treno a Trieste e proprio in stazione c’è una piccola cappella dedicata all’arcangelo Raffaele.
Prima di partire, mi piace sostare lì in preghiera qualche minuto, affidando a Dio il mio viaggio e la mia giornata. Sopra il tabernacolo, è rappresentato l’arcangelo che prende per mano il piccolo Tobia, che a sua volta ha in mano un pesce.
Ogni volta che la vedo, questa immagine mi ricorda la mia missione a scuola: prendere per mano ogni bambino che mi viene affidato. Così come Raffaele ha guidato Tobia, così devo cercare di fare anche io, sapendo amare ogni bambino, dal primo della classe… all’ultimo!
Ma questa piccola cappella è anche punto di incontro. Spesso c’è qualche senzatetto che, piuttosto che fermarsi sulle panchine della stazione, siede tra i banchi. Un giorno in particolare ho incontrato una signora anziana, ma con l’aria ingenua da bambina. Aveva voglia di biscotti e, vedendomi, mi ha chiesto se ne avevo. Ho preso un pacchetto dallo zaino e glielo ho dato chiedendomi se il pesce che ha in mano Tobia nell’immagine è stato anch’esso un dono di Raffaele…! A me è sembrato un piccolo gesto, ma il suo sorriso e il suo « grazie » commosso mi hanno riempito il cuore. Ogni tanto mi capita di ritrovarla in cappella e allora tiro fuori i biscotti dallo zaino, certa che riceverò in cambio il più bel sorriso. Questo infondo è un modo per prendere per mano anche lei!
Passando per quella cappella, mi ricordo che la missione (non sono quella delle insegnanti) è quella di prendere per mano chi abbiamo intorno ed accompagnarlo per pochi istanti o per un anno scolastico, proprio come ha fatto l’Arcangelo Raffaele.