Da poco più che quattro anni sono in pensione dopo aver lavorato per quarantuno anni nella scuola, prima come docente e poi come dirigente. Ho amato il mio lavoro, l’ho vissuto con spirito missionario ed ho goduto di parecchie gratificazioni. Sono arrivata al pensionamento preparata psicologicamente e, concluso l’impegno lavorativo, mi sono regalata un periodo di riposo che ho riempito con letture di spiritualità, di saggistica, di narrativa.
Sentivo, però, che quello era solo un intervallo e che avrei potuto e dovuto offrire a Dio e ai fratelli un servizio sistematico, compatibile con la mia nuova condizione di vita.
Ero interpellata dalla frase evangelica “Non sapete che devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. Osservavo le rare persone che, in parrocchia, frequentavano la messa nei giorni feriali, quasi tutte donne avanti negli anni, che mi apparivano isolate perché non evidenziavano rapporti relazionali tra di loro, tuttavia, spontaneamente avvertivo una certa empatia e simpatia nei loro riguardi.
Da queste riflessioni e suggestioni è maturata l’idea di promuovere un gruppo di incontro per leggere e studiare i brani biblici della liturgia domenicale per vivere meglio la messa festiva.
Il parroco, all’inizio, si mostrò molto scettico sulla realizzazione di questa proposta. Totali sono state invece la condivisione e l’appoggio e la collaborazione di Gabriella, una sorella Comi.
Nell’ottobre del 2015 hanno avuto inizio i nostri incontri. Eravamo in cinque. Ci trovavamo insieme il martedì, perché l’unico giorno in cui i locali della parrocchia erano liberi, dalle 16,30 alle 17,30 nel periodo invernale e dalle 17,30 alle 18,30 nel periodo estivo, orario scelto con criteri di opportunità e comodità per persone anziane.
Il numero dei partecipanti è costantemente cresciuto ed oggi ci ritroviamo in trenta. Per l’incremento ha funzionato esclusivamente “l’attrazione “ e il “contagio” di cui parla Papa Francesco. Il clima che si respira negli incontri è sereno e cordiale. Il livello culturale è vario, dalla licenza media alla laurea; l’età media è di circa sessantacinque anni, grande maggioranza delle donne e pochissimi uomini. La puntualità agli appuntamenti è esemplare. La durata degli incontri da un’ora iniziale, per richiesta unanime, è passata ad un’ora e venti minuti.
Alcuni dettagli possono illuminare sul profilo spirituale del gruppo:
- Tutti i partecipanti sono in possesso del messalino festivo e prima dell’incontro leggono e riflettono individualmente sulle letture bibliche.
- L’incontro si propone di rispondere a due domande: “Che cosa Dio dice in questo testo?” “Che cosa dice Dio a me / a noi ‘qui e ora’ mediante questo testo?”
Per rispondere al primo quesito ci si esercita in una lettura esegetica con opportuni rilievi sul contesto storico, geografico, culturale, religioso in cui il brano è sorto, con l’attenzione al kerigma, al genere letterario, alle analogie e alle allusioni tra Antico e Nuovo Testamento.
Per essere di aiuto in questo approccio più tecnico a me sono necessarie parecchie ore di studio ogni giorno.
La seconda domanda registra una partecipazione più vivace, immediata e corale.
Due cartelloni, realizzati da Gabriella, ed esposti nella sala degli incontri, sintetizzano efficacemente i nostri obiettivi; “Imparare a conoscere il volto di Dio nelle parole di Dio” (S. Gregorio Magno); “La spiritualità biblica è l’arte di vivere insieme alla presenza di un mistero chiamato Dio” (I.L.SKA).
Alcune convinzioni mi si sono confermate e cioè che l’attenzione alla terza età può essere strategica per l’evangelizzazione in una società che reputa la religione marginale o addirittura estranea. L’impegno dei nostri amici partecipanti pone fecondi interrogativi nell’ambito familiare a cui loro appartengono e ne abbiamo riscontri.
La terza età è particolarmente ben disposta a farsi domande fondamentali sull’esistenza e questo è un punto di partenza formidabile. La solitudine che minaccia la fascia d’età più avanzata, particolarmente fragile, viene ridimensionata dall’inserimento in un gruppo ove si può essere attivi intellettualmente e ci si sente ben accetti.
Soprattutto ho sperimentato che la sistematicità e la preparazione responsabile sono prerequisiti indispensabili per un servizio alla Parola e vengono ripagate abbondantemente. Ci si evangelizza reciprocamente e l’evangelizzazione non è un optional per noi cristiani.
Rosa Barresi, Comi
Questa si che è creatività apostolica …li dove siamo ! Brave …e grazie ! Pina