Congo-Kinshasa: elezioni presidenziali

RDC-930x300L’Unione europea e l’Unione africana hanno “preso atto” della decisione della Corte costituzionale della Repubblica democratica del Congo (Rdc) di proclamare presidente Felix Tshisekedi, annunciando l’intenzione di collaborare con lui. È quanto dichiarato dall’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Unione europea, Federica Mogherini, parlando in conferenza stampa al termine della riunione ministeriale Ue-Ua, che si è svolta a Bruxelles. “Abbiamo preso atto della proclamazione della Corte costituzionale. La sfida per il nuovo presidente riguarderà molte questioni”, ha detto Mogherini, affiancata dal ministro degli Esteri ruandese Richard Sezibera e dal commissario Ua per la pace e la sicurezza, Smail Chergui. “L’Unione africana rimane impegnata a lavorare con il popolo della Rdc per aiutarlo a superare le sfide che ha di fronte”, ha detto dal canto suo Chergui. Domenica scorsa la Corte costituzionale della Rdc ha convalidato la vittoria del candidato dell’opposizione Felix Tshisekedi alle elezioni presidenziali del 30 dicembre scorso, respingendo il ricorso del secondo classificato Martin Fayulu. La decisione è stata accolta con favore dal portavoce del governo uscente, Lambert Mende, mentre è stata fortemente contestata dallo stesso Fayulu, che è tornato a parlare di “colpo di Stato costituzionale”. “Convalidando risultati falsi e consentendo un colpo di Stato costituzionale, la Corte costituzionale ha appena confermato di avallare un regime dittatoriale”, ha dichiarato Fayulu in una nota. “Ora mi considero l’unico presidente legittimo della Repubblica democratica del Congo”, ha aggiunto in un’altra dichiarazione, invitando i suoi sostenitori a manifestare pacificamente. In seguito alla decisione della Corte, l’Unione africana aveva rinviato la visita di una sua delegazione di alto livello a Kinshasa, dopo che la scorsa settimana aveva chiesto un rinvio della pubblicazione dei risultati definitivi.

 Secondo i risultati pubblicati dalla Commissione elettorale (Ceni), il candidato dell’opposizione Felix Tshisekedi ha vinto le elezioni presidenziali con il 38,57 dei voti contro il 34,83 di Martin Fayulu e il 23,84 per cento di Emmanuel Shadary, candidato del presidente uscente Joseph Kabila, il quale non ha corso per un terzo mandato. Il tasso di affluenza alle urne è stato pari al 47,56 per cento. I risultati sono stati tuttavia contestati da Fayulu, che ha parlato di un “colpo di Stato elettorale” e ha rivendicato la propria vittoria, presentando ricorso alla Corte costituzionale. “Quando sai di avere ragione, non ti è permesso rimanere a casa”, ha detto Fayulu alla “Bbc”, esortando i suoi sostenitori ad “insorgere”. Fayulu, aveva inoltre chiesto alla Corte costituzionale di pubblicare i risultati di ogni seggio elettorale. “Sappiamo che la Corte costituzionale è composta da persone vicine a (Joseph) Kabila, ma non vogliamo concedergli alcuna possibilità di accusarci di non aver rispettato la legge”, aveva dichiarato Fayulu, ribadendo che i risultati annunciati “non hanno nulla a che vedere con la verità delle urne. Si tratta chiaramente di una truffa elettorale inaccettabile, che mira a creare il caos generale in tutto il paese. Non possiamo accettare che la volontà del nostro popolo non venga rispettata”, ha aggiunto, alludendo ad un presunto accordo di spartizione del potere fra il vincitore Tshisekedi e l’entourage del capo dello Stato uscente Joseph Kabila.

elezioni-presidenziali-CongoNel tentativo di placare gli animi, nei giorni scorsi la Comunità di sviluppo dell’Afria australe (Sadc) e la Conferenza internazionale della regione dei Grandi laghi (Icglr) avevano chiesto il riconteggio dei voti e invitato le autorità congolesi a prendere in considerazione un governo di unità nazionale. “Un riconteggio fornirebbe la necessaria rassicurazione sia ai vincitori che ai perdenti”, si legge in una dichiarazione della Sadc, secondo cui il processo elettorale è andato “relativamente bene” nonostante alcuni problemi riscontrati nelle operazioni di voto. A gettare dubbi sulla legittimità del voto era stata anche la Conferenza episcopale congolese (Cenco), facendo sapere che i dati in suo possesso relativi ai risultati delle elezioni presidenziali non corrispondono a quelli proclamati dalla Commissione elettorale, ma prendendo atto della pubblicazione dei risultati che aprono la strada ad un’alternanza nel paese.

 

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