Il 6 aprile si è svolta l’Assemblea dell’Organismo Cooperazione per un mondo in via di sviluppo – C.O.M.I., che, oltre ad un aggiornamento sulle attività e progetti, prevedeva anche l’elezione del nuovo consiglio direttivo.
La Presidente uscente, Anna Cerro, ha svolto il suo servizio per 4 mandati, dal 2007 al 2019, con competenza e amore, avvalendosi del sostegno e della collaborazione del consiglio direttivo e dei soci più vicini. Nel suo messaggio di saluto e di risposta ai ringraziamenti, per la dedizione con cui in questi anni si è posta a servizio dell’organismo, Anna ha sottolineato la realtà dell’agire come corpo, nella condivisione della passione per l’uomo e per lo sviluppo di tutti i popoli. Dodici anni a servizio di un ideale, di un carisma, quello di Sant’Eugenio incarnato come Ausiliaria delle Comi, accanto ai poveri di oggi.
Essere presidente di un organismo di volontariato internazionale oggi non è semplice: la burocrazia, le lentezze amministrative, la complessità delle situazioni in cui si innestano i progetti, tutto richiede una buona preparazione nel settore, ma anche e soprattutto, almeno nel caso del Comi, il credere che ogni uomo ha il diritto a vivere con dignità, impegnandosi concretamente per renderlo possibile, con un impegno sia all’estero sia nel proprio ambiente di vita.
Nell’assemblea è stato eletto come Presidente, per il triennio 2019/2022, Giovanni Baglivo, originario di Tricase (si è formato alla scuola di don Tonino Bello), sposato con Anna (con cui condivide lo stesso ideale missionario, la spiritualità di Sant’Eugenio e, da Ausiliario, il carisma dell’Istituto delle Comi ), e con tre figli, Marta, Mariana e Luca.
Giovanni, con Anna e la piccola Marta (tre anni all’epoca) ha vissuto un’esperienza missionaria di un anno, nel 1994, in Uruguay, a Playa Pascual e al Cerro di Montevideo, con un progetto dell’organismo, in strettissima collaborazione con le Comi e gli Omi della delegazione, impegnato nelle attività pastorali (gruppi di famiglie e catechesi) e di promozione sociale.
Già presidente del Comi dal 1998 al 2007, è chiamato di nuovo alla governance del Comi, contando, come dice appunto il termine, governo partecipato, sulla presenza di collaboratori altamente qualificati e sull’apporto dei consiglieri (Claudio Rosati, Daniela Pompei, Antonietta Mongiò, Paolo Naggar).
Tempo fa , in una intervista, Giovanni Baglivo ha affermato: “Il frutto più bello della nostra attività è la solidarietà, è la voglia di cambiare, è il desiderio di aiutare, è la consapevolezza che le ingiustizie si possono sovvertire e che la terra e le sue ricchezze sono per tutti non per pochi. E il valore di tale frutto è difficilmente quantificabile. I vari indicatori, che ci dicono se un progetto ha raggiunto o meno i suoi obiettivi, difficilmente riusciranno ad esprimere la grandezza ed il valore dell’impegno che noi abbiamo dedicato e che in qualche modo ci ha cambiato e ci sta cambiando.
Spesso diciamo che l’uomo, nella sua dignità di figlio di Dio, è al centro del nostro agire. Se ciò è vero, ed è vero, pur se apparentemente la situazione generale non cambia, se una sola persona ha migliorato le sue condizioni di vita ne vale la pena; se anche un solo villaggio di poche famiglie sta meglio a seguito del pozzo che prima non c’era, ne vale la pena; se anche solo un gruppetto di donne ha acquisito maggiore consapevolezza di sé, ne vale la pena”.
Buona missione, Giovanni!