Quando fidarsi di Dio… è meglio!

Il mio parroco, don Fabrizio Gallo, in qualità di Direttore Diocesano dell’Ufficio Migrantes, per martedì 7 maggio, organizza una Via Lucis, presieduta dal nostro Vescovo, Mons. Vito Angiuli, in memoria dei migranti defunti nel nostro territorio, partendo dalla Marina di S. Gregorio (Patù)  e  giungendo a quella  di Felloniche (Castrignano del Capo).

La mattina del 7 un cielo grigio e minaccioso, un vento gelido e impetuoso, penso possano pregiudicare il realizzarsi della celebrazione.

Con il mio parroco ci diciamo che è meglio fidarsi di Dio e, se pure il tempo fosse stato inclemente, con la Via Lucis avremmo potuto condividere, se pure in minima parte, il disagio che tanti nostri fratelli migranti vivono quando sono costretti a lasciare i loro paesi per raggiungere le nostre coste.

Nel pomeriggio, come per incanto, quando giungiamo nella baia di San Gregorio, ci troviamo di fronte ad una meraviglia del creato: il mare calmo e di un azzurro intenso, un sole luminoso che regala uno splendido tramonto sul mare; persiste solo un po’ di freddo che, tuttavia, non scoraggia quanti cominciano ad arrivare per vivere la Via Lucis. Rifletto allora su come veramente “fidarsi di Dio…sia meglio”, perché Lui solo è capace di fare miracoli e regalarci una splendida serata che prelude alla speranza di una vita nuova in Cristo Risorto.

IMG_0749Il Vescovo giunge puntualmente alle ore 19:00; arriva anche qualche sacerdote della forania; cominciano ad affluire i fedeli dalle vicine parrocchie di Patù e, soprattutto, di Castrignano; giungono le autorità civili e militari; così pian piano la rotonda sul mare di S. Gregorio si riempie.

La presenza di alcuni giovani migranti africani con bambini, di due famiglie dell’America Latina, accolte ormai da un po’ di tempo nella nostra parrocchia di Castrignano, arricchisce il corteo e conferisce un significato tutto particolare alla manifestazione.

Inizia allora la celebrazione della Via Lucis, itinerario simmetrico alla Via Crucis, in cui in ognuna delle 14 stazioni viene proclamato il testo biblico, ampliato dall’attualizzazione al nostro oggi, che è l’«oggi» di Dio, attraverso il pensiero e la parola di Papa Francesco sulla realtà dei nostri fratelli migranti, per i quali si prega particolarmente.

IMG_0781Apre la processione la Croce adornata di fiori bianchi, simbolo di Gesù risorto, seguita dal Vescovo con i sacerdoti, le autorità e tutti i fedeli. Il cammino, con le 14 tappe delle stazioni, predisposte dal gruppo ministranti di Castrignano, si snoda partendo dalla baia di San Gregorio, tra salite e discese abbastanza ripide, fino ad arrivare al litorale della spiaggia di Felloniche, finalmente più pianeggiante; tale cammino rievoca quello della vita di ogni cristiano che alterna momenti difficili a momenti più sereni.

Dopo l’ultima stazione, alla fine del lungomare di Felloniche, il Vescovo ci invita a portare la luce di Gesù risorto nella nostra quotidianità e a testimoniarlo con il sostegno a questi nostri fratelli che giungono da terre lontane e spesso trovano la morte, come è accaduto anche presso le nostre coste,  quando nel gennaio 2016, durante uno sbarco di profughi somali, fu rinvenuto il corpo di una giovane donna, incastrato proprio tra le rocce di Felloniche. In memoria di questa donna e di quanti altri hanno perso la vita nei nostri mari, il Vescovo compie un gesto molto significativo gettando in mare una corona di fiori e conclude la Via Lucis impartendo a tutti i presenti la benedizione.

Posso dire di aver vissuto questa esperienza con molta intensità, dal di dentro, in quanto il mio parroco, qualche giorno prima mi aveva chiesto di aggiungere ai testi biblici delle varie stazioni altri testi tratti dagli scritti di Papa Francesco sulla realtà dei migranti.

Questo servizio mi ha dato la possibilità di meditare sulla Parola, dalla Resurrezione di Gesù alle varie apparizioni del tempo pasquale, sino alla discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo. Inoltre la ricerca dei vari testi tratti dai Messaggi o dalle Omelie di Papa Francesco, mi ha fatto riscoprire la ricchezza e la profondità di pensiero di questo coraggioso Pontefice che tanto ha cuore il tema dei migranti.

Mi colpisce particolarmente il suo invito a diventare “artigiani della pace” e la consegna che ci fa, nel Messaggio per la Pace del 2018,IMG_0731 delle  “quattro pietre miliari per l’azione”, coniugate in quattro verbi che dovremmo usare nei confronti dei migranti: accogliere, cioè non respingere i profughi e migranti verso luoghi dove trovano persecuzioni e violenze; proteggere, cioè riconoscere e tutelare l’inviolabile dignità di coloro che fuggono da un pericolo reale in cerca di sicurezza;  promuovere, cioè permettere ai rifugiati e migranti di partecipare pienamente alla vita della società che li accoglie e integrare, cioè sostenere lo sviluppo umano integrale, assicurando ai bambini e giovani l’accesso all’istruzione.

Ringrazio il Signore perché, attraverso l’aiuto concreto di alcune persone, dopo vari anni, ho potuto vivere anche io la mia “migrazione”, partecipando, a livello diocesano, ad una così bella e suggestiva esperienza di preghiera.

 

Ada Storella, Castrignano del Capo

 

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