Se dovessi scegliere due parole per descrivere la GMG di Lisbona, sarebbero “condivisione” e “silenzio”.
Ma la condivisione è emersa fin dai giorni di pre-GMG Oblata a Pozuelo, iniziata con la Via Crucis e la celebrazione della Messa presso il Cimitero di Paracuellos, nelle vicinanze di Madrid, dove sono sepolti i tanti martiri uccisi nella guerra spagnola del 1936, tra cui 23 Oblati. Siamo partiti proprio dall’esempio di questi testimoni, anche noi con il desiderio di poter camminare con loro come “pellegrini di speranza in comunione”. 
Colpiva la capacità ed il desiderio dei giovani di mettersi in gioco e vivere in profondità quanto veniva loro proposto. Nonostante l’inevitabile stanchezza, non è mai mancata la voglia di conoscere, venire incontro all’altro e, soprattutto, pregare insieme. La parrocchia di Sant’Eugenio di Lisbona dove abbiamo partecipato alle catechesi, la scuola commerciale che ci ospitava, i tanti volontari sempre pronti a dare una mano… sono diventati luoghi e volti di casa!
Non un silenzio vuoto, semplice assenza di parole, ma al contrario un silenzio pieno di dialogo personale e preghiera. Un silenzio che ha fatto emergere il desiderio dei ragazzi di volersi mettere in gioco per vivere con serietà la loro fede, sull’esempio di Papa Francesco, che nonostante le difficoltà dovute alla salute, si è messo lui per primo in cammino, ricordando che ognuno è chiamato per nome, con i propri limiti e le proprie fatiche.
Sicuramente la GMG è un evento straordinario, ma ha dimostrato che i ragazzi hanno il grande desiderio di vivere seriamente la propria fede, di condividerla e di portare quanto vissuto nella loro quotidianità.
Ulteriore regalo, ricevuto da questa esperienza, è stata per me la possibilità di recarmi a Fatima. Luogo privilegiato proprio di condivisione e silenzio dove poter affidare a Maria i volti incontrati ed i desideri del cuore.
