Durante il fine settimana 8-10 marzo si è svolto a Bologna il secondo incontro rivolto alle ragazze. Dopo essere state a Roma, accompagnate dalla figura di Giuditta, questa volta il tema principale è stato quello dell’ascolto (di se stesse, degli altri e di Dio), partendo dalla figura di Marta e Maria.
Un fine settimana, durante il quale ragazze, provenienti di Trieste, Firenze e Francoforte, si sono messe in gioco, confrontate, cimentate con le tagliatelle, hanno condiviso risate e momenti di preghiera, ma soprattutto hanno provato a mettersi in ascolto…
In particolare, sabato pomeriggio abbiamo vissuto un tempo prolungato di silenzio presso il Santuario di San Luca. Ecco cosa scrive una delle ragazze:
“Camminando sotto i portici, noto che c’è un affollamento di persone, che parlano, parlano, parlano… E non si fermano: hanno un bisogno estremo di parlare. Credo che sia perché in realtà abbiano un bisogno estremo di essere ascoltati. E nessuno tra loro sembra farlo. Solo alcune piccole eccezioni. Per questo motivo, vorrei dire a tutte queste persone che sentono questo bisogno di essere ascoltati… io l’ho fatto. Io ci sono stata, mi sono fermata e vi ho ascoltati. Certo, voi probabilmente mi avrete preso per stupida (“che fa questa? Origlia?”), ma non ero io sola ad ascoltarvi, c’era Dio con me, e seppur io abbia sentito solo le vostre parole, lui ha sentito anche le vostre preghiere più profonde. Sono stata strumento di Dio.
Quanta paura di ascoltare… si coprono i momenti di ascolto con le continue parole a vanvera. Pure i muri parlano… Tante scritte e scarabocchi, ma perché? Anche quello è un segno di voler essere letti, quindi ascoltati, sentiti con il cuore. Delle scritte rimane il segno. Le persone scrivono per paura di essere dimenticate, forse senza mai essere state ascoltate; così sperano che almeno qualcuno possa fermarsi a leggere.
Qualcuno scompare nel silenzio, dimenticando di ascoltare.
E così mi è scaturita una riflessione, che si ricollega tra l’altro all’incontro di questa mattina: come possiamo rimanere concentrati sull’essenziale? Cosa bisogna fare per ascoltare? Oltre a fare silenzio e mettersi a servizio? Ci deve essere un piccolo segreto.
Forse gli uccellini che stanno cinguettando vicino a me lo sanno… Per cui mi fermo ad ascoltarli.
Mi suggeriscono che serve Dio.
Guardandomi meglio intorno, e ascoltando la natura, mi accorgo che in alcuni angoli è già primavera, gli alberi sono già fioriti qua e là… e la primavera è segno di rinascita… Ed ecco un’altra di dioincidenza! L’ultimo segreto per ascoltare, è rinascere, come in primavera.”
Il prossimo appuntamento sarà a Firenze, il primo fine settimana di maggio, sul tema: Non temere!